Si “risveglia” dallo stato vegetativo dopo 15 anni con la stimolazione del nervo vago
Sta facendo il giro del mondo ma soprattutto sta alimentando un intenso dibattito tra gli specialisti il caso del paziente riportato allo stato di minima coscienza in seguito alla stimolazione del nervo vago.
A compiere l’impresa i medici dell’Institut des Sciences Cognitives Marc Jeannerod (Lione). Torna dunque vivo il confronto su quelle che possono essere le tecniche per modificare prognosi e decorso dei disordini della coscienza.
I medici hanno impiantato un neurostimolatore del nervo vago nel torace dell’uomo, utilizzando una metodologia già impiegata sui pazienti con epilessia e depressione. Ebbene, dopo un mese di stimolazione, nel trentacinquenne sono migliorati
- l’attenzione
- i movimenti
- l’attività cerebrale
- l’interazione col mondo (ad es. seguire con lo sguardo il movimento di un oggetto)
Le registrazioni elettroencefalografiche hanno confermato i dati: le onde theta, importanti per distinguere lo stato vegetativo da uno di minima coscienza, sono aumentate in modo significativo nelle aree cerebrali responsabili di
- movimento
- sensazione
- consapevolezza
Indice
I disordini della coscienza – in breve
Critiche e osservazioni allo studio
Il neurologo ed esperto in disturbi della coscienza Andrew Cole – Harvard Medical School – ha dichiarato che il risultato potrebbe essere dovuto ad altri fattori. L’impianto del neurostimolatore, così come le osservazioni comportamentali e il movimento degli scanner usati per studiare il cervello dell’uomo, potrebbero aver contribuito al miglioramento del paziente. Non si sbilancia però: afferma che il caso è difficile da interpretare con i dati forniti.
Un altro scettico – più ottimista – è Nicholas Schiff della Weill Cornell Medicine di New York City, che guarda anche alla componente pratica ed economica:
Il trattamento è incredibilmente costoso in termini di tempo e di denaro
Speranze per altri pazienti? Ancora è presto
In questo caso, dopo nove mesi, il livello di coscienza del paziente non ha mostrato ulteriori miglioramenti ma non è ritornato allo stato vegetativo. Un singolo paziente non è sufficiente, quindi la stimolazione è stata somministrata ad altre persone. I risultati sono già stati replicati, anche se su un piccolo campione. Intanto Angela Sirigu, coautrice dell’articolo, afferma
La plasticità e la riparazione cerebrale sono possibili anche quando la speranza sembra essere svanita. Con la stimolazione del nervo vago è possibile migliorare la presenza al mondo dei pazienti
L’articolo è stato pubblicato su Current biology