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Intelligenza artificiale ed emozioni, cosa aspettarsi dal futuro della tecnologia

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Che fine faranno le emozioni in un mondo popolato dall’intelligenza artificiale? Le emozioni sono ciò che dà significato alla società e alle relazioni umane. Influenzano i nostri pensieri, le nostre giornate e persino le elezioni politiche. Ci emozioniamo anche quando facciamo la spesa e in base a ciò decidiamo cosa acquistare. Cosa dobbiamo aspettarci dal futuro dell’intelligenza artificiale?

L’intelligenza artificiale oggi

I continui miglioramenti delle tecnologie e dei software di Intelligenza Artificiale ci aiutano tutti i giorni a risolvere problemi che fino a pochi anni fa erano impossibili anche solo da immaginare. Possiamo dire che l’Intelligenza Artificiale supera a tutti gli effetti le prestazioni cognitive umane. È per questo che da IBM a Facebook aziende grandi e piccole, nuove o vecchie, stanno investendo cospicuamente nella tecnologia.

Più della metà dei consumatori in tutto il mondo utilizza -anche inconsapevolmente- qualche forma di intelligenza artificiale, come i Chatbot di Facebook Messenger che sono in grado di rispondere alle domande ma anche di riconoscere e adattarsi alla rabbia, alla frustrazione e all’irritazione dell’interlocutore. Oggi l’intelligenza artificiale può analizzare e comprendere i sentimenti, adattare le risposte ma, per quel che sappiamo, potrebbe non essere in grado di esprimere delle emozioni. Non è proprio così. L’Intelligenza Artificiale emotiva sarà realtà nel giro di pochissimi anni.

L’Intelligenza Artificiale del futuro

Secondo Marvin Minsky, pioniere informatico dell’intelligenza artificiale, “l’emozione non è particolarmente diversa dai processi che chiamiamo pensare”. Quindi così come abbiamo dotato le macchine di “pensiero intelligente” potremo istruirle ad esprimere emozioni attraverso tecniche di apprendimento autonomo come il machine learning.

Di questo si sta occupando l’Affective computing, ramo dell’Intelligenza Artificiale che si propone di realizzare dispositivi computerizzati in grado di riconoscere ed esprimere emozioni. Una nuova prospettiva che integra l’intelligenza artificiale classica con l’intelligenza emotiva.

L’intelligenza emotiva è la capacità di riconoscere le emozioni in sé stessi e negli altri e di modificare il comportamento di conseguenza. È, se vogliamo, il fattore che rende più umano un umano. Le ricerche di psicologi e neuroscienziati come Damasio e Ledoux hanno chiarito il ruolo vitale delle emozioni nei processi cognitivi, per cui si inizia a parlare di Intelligenza Artificiale emotiva, ovvero della combinazione tra intelligenza emotiva e intelligenza artificiale.

Il futuro è quindi proiettato verso lo sviluppo di intelligenze artificiali emotive. Se il clamore intorno al tema avrà un seguito, come ci aspettiamo, le aziende saranno in grado di integrare efficacemente l’empatia nelle loro nuove tecnologie.

Il riconoscimento emotivo dell’intelligenza artificiale

Le macchine come i Chatbot sono in grado di rilevare le coloriture emotive dei messaggi scritti, come noi. Nel caso di tecnologie più complesse, il riconoscimento avviene attraverso sensori passivi che analizzano le espressioni facciali, la postura, la gestualità del corpo, il tono di voce. Per ottenere una maggiore precisione, le macchine potrebbero registrare anche gli indici fisiologici connessi all’emozione (temperatura, resistenza galvanica etc.), proprio come fanno i detective col poligrafo.

Per passare dalla registrazione dei segnali emotivi al loro riconoscimento basta dare i dati in pasto a sistemi di reti neurali che autoapprendono (machine learning o deep learning) e li restituiscono con etichette corrispondenti agli stati emotivi: questa è gioia, questa è paura.

Così come le emozioni umane sono associate a picchi di ormoni o altri neuropeptidi, allo stesso modo le emozioni nei sistemi ad apprendimento autonomo potrebbero intendersi come stati astratti associati a progressi (o mancanza degli stessi). In questo senso, se intendessimo le emozioni umane come perturbazioni di uno stato neutro (sia chiaro, le emozioni sono la norma!), potremmo intendere le emozioni delle macchine come perturbazioni (nello specifico, derivate temporali) nella curva di apprendimento del sistema.

Cosa dobbiamo aspettarci allora?

L’intelligenza artificiale sarà sempre più simile a quella umana. La cosa che non dobbiamo sottovalutare è che l’Intelligenza Artificiale emotiva può avere implicazioni sociali e personali enormi. Vale la pena di ricordare il monito del grande Stephen Hawking

L’Intelligenza Artificiale sarà la più importante conquista dell’uomo, peccato che potrebbe essere l’ultima

PS: Se esprimere le emozioni non vi sembra sufficiente per attribuire alla macchina una vera intelligenza emotiva, sappiate che gli esseri umani sono pronti a mentire se temono di ferire i sentimenti di un robot, come dimostrato in un recente esperimento.

Per quanto non potremo forse mai sentirci intimamente compresi dai robot, dobbiamo tenere a mente che un’entità che mostri un’emozione e susciti in noi una certa risonanza, che lo vogliamo o no, influenza le nostre vite.

Scritto da

Donatella Ruggeri è l'ideatrice e fondatrice di Hafricah.Net. Da sempre affascinata dal funzionamento del sistema nervoso, dopo aver studiato neuropsicologia e maturato esperienza sul campo, è rientrata nella sua città natale - Messina - dove svolge la libera professione. Tra i suoi interessi vi sono la scrittura creativa, i viaggi e le escursioni naturalistiche.