Indice
La corruzione di un governo modella il comportamento morale dei suoi cittadini.
La corruzione nazionale incoraggia la disonestà, almeno secondo uno studio condotto da Simon Gächter e Jonathan Schulz, economisti comportamentali.
Onesti sì, ma quanto?
Per stabilire l’onestà di un Paese, i ricercatori hanno sviluppato un indice, il PRV. Questo misura la prevalenza di violazione delle regole ed è elaborato su tre parametri
- frode
- evasione fiscale
- corruzione politica
Gli autori, sulla base di questo indice, hanno stilato una Classifica di onestà di 159 paesi al mondo.
Grandi ma non abbastanza
Il PRV è stato calcolato utilizzando i dati del 2003. Gli esperimenti invece sono stati condotti tra il 2011 e il 2014 su 2.568 partecipanti la cui età media era di 21, 7 provenienti da 23 nazioni – Italia inclusa. Questo implica che tutti i partecipanti:
- erano troppo giovani per aver influenzato personalmente il PRV (nel 2003 erano bambini)
- erano abbastanza grandi da poter essere stati influenzati ed esposti a norme e idee che hanno creato la corruzione nel proprio Paese
Questo significa che è più probabile che un diffuso clima di disonestà vigente in una società influenzi gli individui, piuttosto che il contrario.
Compito sperimentale
I ricercatori hanno chiesto ai volontari di lanciare un dado due volte e di comunicare il risultato del primo lancio. Sulla base del punteggio ottenuto, avrebbero ricevuto una somma di denaro proporzionale al numero riportato. Ovvero ai punteggi più alti (il massimo era il 5) erano assegnati premi in denaro più alti. Non vincevano nessun premio se il dado rotolava sul sei.
La quantità di denaro da dare ai partecipanti è stata calcolata su valuta locale per ogni Paese, per evitare che i tassi di cambio potessero incentivare le persone delle nazioni più povere a barare di più.
I ricercatori non potevano vedere il risultato del lancio, ed il premio veniva ottenuto soltanto sulla base delle dichiarazioni dei giocatori, che erano quindi liberi di mentire.
Statisticamente, se tutti fossero stati onesti, il risultato medio sarebbe stato 2,5 – risultato che si sarebbe invece avvicinato al 5 se fossero stati disonesti.
I risultati
I risultati hanno mostrato che i soggetti di Paesi con alto PRV (ad es. Georgia, Tanzania, Guatemala e Kenya) erano più propensi a mentire; i soggetti dei Paesi con basso PRV (ad es. Austria, Regno Unito, Svezia e Germania) tendevano ad essere più onesti.
NB: nessuno dei Paesi studiati può essere definito completamente onesto o disonesto. La maggior parte si raggruppa intorno a quella che gli autori hanno definito “disonestà giustificata”.
Livelli di disonestà
Non ci sono state nazioni completamente disoneste o oneste. Tutti hanno in una certa misura violato la regola. Questa certa misura sembra variare in base al livello di corruzione del Paese di provenienza.
Schulz afferma:
Tutti tendono ad agire secondo la disonestà giustificata. Sembra che ciò che è tollerabile vari leggermente a seconda del livello di corruzione della propria terra d’origine.
Se le persone fossero state del tutto disoneste avrebbero comunicato ad ogni lancio di aver ottenuto un punteggio di 5. Sembra invece che si tratti di una forma più sottile di disonestà, definita appunto disonestà giustificata.
Invece di comunicare un risultato mai ottenuto (ad es. 5 al primo tiro), le persone si sentirebbero meglio ad infrangere le regole comunicando il punteggio più alto indipendentemente dal fatto che si trattasse del primo dei due tiri, che era quello da comunicare.
Mezze verità o mezze bugie?
Secondo la teoria economica classica le persone agiscono per massimizzare i loro guadagni, ma la constatazione che le persone non mentano spudoratamente riportando un punteggio mai ottenuto è in linea con le teorie che suggeriscono che gli individui hanno bisogno di percepirsi onesti. Secondo i ricercatori, la gente “mentendo poco” preserverebbe l’immagine di persona onesta e rispettabile, beneficiando anche dei vantaggi dell’inganno.
Effetto a cascata
Quello che emerge chiaramente, grazie a delle robustissime correlazioni, è che le persone tendono a confrontare la propria disonestà con quello che osservano nella società in cui vivono. Se i politici sono corrotti, le grandi aziende aggirano il fisco, i milionari aprono conti nei paradisi fiscali, la gente comune si sente più legittimata a violare regole e mentire.
Parallelamente, la “normale diffusione di illegalità” rende più difficile combattere la corruzione.
Anche se l’onestà non si può misurare su base geografica, come suggeriscono gli stessi autori, certamente questi risultati ci dicono una cosa importante: la corruzione corrompe.
E voi cosa ne pensate?
Leggi l’articolo originale