Fermatevi e provate pensare alla vostra casa di infanzia o alla vostra vecchia scuola. Ci siete riusciti? Bene, cosa vedete? Probabilmente la vostra casa, gli edifici accanto e anche quelli dall’altra parte della strada, i negozi… vero? Avete appena avuto esperienza di quella che è la memoria panoramica.
In un recente studio pubblicato sulla rivista Current Biology, i neuroscienziati del Massachusetts Institute of Technology (MIT) dichiarano di aver individuato due regioni cerebrali coinvolte nella creazione di queste scene. Per capire come il nostro cervello costruisce i panorami i ricercatori si sono serviti di un metodo molto interessante e innovativo: la realtà virtuale immersiva. Mediante appositi strumenti, i partecipanti allo studio hanno potuto visualizzare scene panoramiche della città di Boston e successivamente 40 angoli delle strade di Boston. Il compito dei partecipanti era dire se questi angoli appartenessero alla stessa scena. Le scansioni di imaging cerebrale hanno rivelato che quando i soggetti vedevano due immagini che sapevano essere collegate, si avevano schemi di attivazione simili in due aree: quella occipitale (notoriamente coinvolta in compiti visivi) e quella retrospleniale. Questi schemi di risposta invece erano diversi se i soggetti osservavano coppie di immagini che sapevano non appartenere alla stessa scena. Ciò suggerirebbe che queste due regioni cerebrali sono coinvolte nel riconoscimento e nella memoria dei luoghi per la costruzione dei ricordi panoramici. Ci sorprende come l’area paraippocampale (nota per il suo contributo nel riconoscimento dei luoghi) sembri esclusa da questo processo.
Questo esperimento apre dunque altri interrogativi e nuove prospettive di ricerca grazie anche all’uso di tecnologie moderne come la realtà virtuale immersiva.