La mancata consapevolezza dei propri disturbi di memoria (anosognosia) può predire lo sviluppo della demenza di Alzheimer ed è legata ad un ridotto metabolismo cerebrale.
La perdita di memoria è un segnale precoce della demenza di Alzheimer ma la sua presenza non indica che una persona svilupperà con certezza la malattia. Infatti, difficoltà di memoria possono essere presenti anche nel Deterioramento Cognitivo Lieve (detto MCI, acronimo di Mild Cognitive Impairment).
Indice
Cosa vuol dire Deterioramento Cognitivo Lieve?
È una condizione clinica caratterizzata da difficoltà in uno o più domini cognitivi (ad esempio, memoria, linguaggio), tale però da non compromette in modo significativo la vita della persona. Si stima che ogni anno il 10-15% circa dei pazienti affetti da MCI sviluppa una demenza.
Secondo uno studio condotto dal Centro per la dipendenza e salute mentale (CAMH) di Toronto, un predittore clinicamente utile per capire se l’MCI si trasformerà in demenza è l’anosognosia.
Alzheimer e consapevolezza di malattia: il legame analizzato in uno studio
L’anosognosia è la compromessa consapevolezza di malattia, vuol dire che la persona non è consapevole dei propri disturbi. L’anosognosia influisce negativamente sugli esiti clinici dei pazienti e dei loro caregivers.
Obiettivo dello studio, pubblicato sul Journal of Clinical Psychiatry, era duplice: identificare quali parti del cervello fossero coinvolte nella mancata consapevolezza di malattia e capire se l’anosognosia potesse predire la conversione del Deterioramento Cognitivo Lieve in malattia d’Alzheimer.
I metodi dello studio
Lo studio, che si ritiene sia il più ampio nel suo genere sulla consapevolezza di malattia, ha raccolto dati su 1062 persone tra i 55 e 90 anni dall’ Alzheimer’s Disease Neuroimaging Initiative (dal 2003 al 2015). Questi includevano 191 persone con Alzheimer, 499 con Deterioramento Cognitivo Lieve e 372 persone in salute come gruppo di controllo.
Per studiare le aree cerebrali legate alla mancata consapevolezza di malattia, i ricercatori hanno indagato l’assorbimento del glucosio da parte del cervello attraverso l’uso della PET. Le cellule cerebrali infatti, necessitano di glucosio per funzionare, ma il suo assorbimento risulta compromesso nella malattia di Alzheimer.
Quali sono i risultati?
Lo studio ha mostrato che i pazienti con mancata consapevolezza dei deficit di memoria avevano un ridotto assorbimento del glucosio in specifiche regioni cerebrali, in particolare nella corteccia cingolata posteriore e nel giro angolare destro, anche quando si teneva conto di fattori come l’età ed il grado di perdita di memoria.
Inoltre, le persone che erano inconsapevoli della loro perdita di memoria, avevano più probabilità di sviluppare l’Alzheimer rispetto a coloro che ne erano consapevoli. Infatti l’anosognosia era associata con la conversione da Deterioramento Cognitivo Lieve a Demenza di Alzheimer entro 5 anni.
Sviluppi futuri della ricerca sull’anosognosia e Alzheimer
Come prossimo passo di questa ricerca, il Dr. Gerretsen seguirà anziani con Deterioramento Cognitivo Lieve che stanno ricevendo un trattamento per prevenire lo sviluppo della malattia di Alzheimer. Questo studio in corso, chiamato PACt-MD, combina esercizi di training cerebrale e stimolazione cerebrale con corrente a media intensità per migliorare l’apprendimento e la memoria. Il Dr. Gerretsen cercherà di capire se il trattamento, oltre a prevenire la progressione della demenza, sarà in grado anche di migliorare la consapevolezza di malattia.
In conclusione, l’anosognosia nella demenza di Alzheimer è legata ad un ipometabolismo cerebrale del glucosio. Inoltre, è un indice predittivo indipendente della conversione dall’MCI all’AD. Quindi, l’assenza dell’anosognosia può essere clinicamente utile per identificare quei pazienti con Deterioramento Cognitivo Lieve che hanno poca probabilità di sviluppare l’Alzheimer.
Francesca Pisacreta, psicologa
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