Tra tutte le droghe esistenti, l’alcol è l’unica completamente legale e “free” nel nostro bel Paese e quasi in tutto il mondo. Esso ha effetti sul nostro sistema nervoso centrale e periferico che causano cambiamenti a livello neurale e comportamentale. Quasi a tutti sarà capitato di essere “alticci” almeno una volta nella vita a causa dell’alcol. L’ebrezza causa una distorsione della realtà esterna, ma questa dis-percezione è dovuta a dei cambiamenti neurochimici causati dall’over-intake alcolico. Storicamente l’alcol è una sostanza utilizzata da 10.000 anni, il che dimostra la sua accettazione sociale. Antichi Romani e Greci durante i loro simposi ne facevano uso per alterare il loro stato di coscienza e lo divinizzavano.
Indice
Perché alcune persone si ubriacano prima di altre
La metabolizzazione dell’alcool segue un percorso ben preciso. Successivamente alla sua ingestione, l’alcool arriva all’intestino, dove viene principalmente assorbito e passato al sangue, mezzo tramite il quale raggiunge il cervello oltrepassando la barriera ematoencefalica. Chiunque si sia trovato in questa situazione ha potuto constatare il cambiamento comportamentale che segue l’ingestione di dosi eccessive di alcol. L’eccesso, che dipende dalla fisiologia di ogni persona, conduce ad una intossicazione. Infatti, è facile notare in un gruppo di amici di diversa costituzione l’omologa differenza dell’effetto alcolico.
L’intossicazione è conseguenza della concentrazione dell’alcool nel sangue. Uno dei fattori da considerare è la quantità di acqua presente nel corpo: le persone con una maggiore quantità di acqua risultano raggiungere l’ubriacatura a seguito dell’ingestione di maggiori quantità di alcool, mentre i soggetti con inferiore quantità di acqua si ubriacano con minori unità alcoliche. Questo perché l’etanolo tende a disciogliersi nell’acqua: più acqua è presente minore sarà la concentrazione alcolica. Il secondo fattore da considerare è la maggiore presenza di acqua nei muscoli rispetto al grasso. Una persona con una percentuale di massa grassa maggiore rispetto alla massa muscolare avrà, quindi, meno acqua nel proprio corpo. Ciò condurrà ad una “resistenza” all’alcool maggiore rispetto ad una persona le cui percentuali sono invertite. Dunque, dato che le donne tendenzialmente hanno più massa grassa degli uomini, hanno anche più acqua dove l’alcool può essere disciolto. Ecco spiegato il fenomeno per cui le donne si ubriacano prima degli uomini!
Sintomi dell’intossicazione da alcol
I sintomi dell’intossicazione da alcool possono implicare
- euforia
- aumentata socialità
- decremento dell’ansia
- problemi di memoria
- problemi di controllo motorio
Questi sono alcuni dei sintomi immediati di un’intossicazione. Ci possono essere, inoltre, degli effetti a breve o a lungo termine. I primi includono nausea, vertigini, vomito e un generale stato di “post-sbornia”, che include arsura e mal di testa. I secondi, invece, molto più problematici, includono la dipendenza e l’astinenza.
Corporalmente, il protratto utilizzo di alcol può portare ad avere danni al fegato e al cervello. Nel secondo caso, la sindrome di Wercnicke-Korsakoff ne è un esempio. Questa è riscontrabile in soggetti cronici: nel particolare, le persone che bevono molto sono portate a mangiare meno sano e di conseguenza ad avere un introito inferiore di sostanze nutritive necessarie al mantenimento dell’omeostasi, cioè dell’equilibrio del corpo. Nella sindrome di Wernicke-Korsakoff la vitamina che viene a mancare di più è la vitamina B1 (anche conosciuta come tiamina). La carenza di questa vitamina conduce all’atrofizzazione del cervello, da cui consegue una demenza generale.
Reazioni neurochimiche all’alcol
Ma cosa succede al nostro corpo quando assumiamo dell’alcol? L’alcol, o etanolo, è una sostanza chimica psicoattiva ovvero in grado di alterare l’attività mentale. La possiamo trovare in infinite bevande, come il vino, la birra, il gin lemon e lo spritz! Ma non solo, tra i più famosi e forti alcolici troviamo l’assenzio derivante dall’erba medicinale Artemisia absinthium, di origine francese; oppure la Sake giapponese derivante dalla fermentazione di riso, acqua e spore Koji.
Gaba
L’alcol viene assorbito dallo stomaco e dall’intestino, e viene metabolizzato dal fegato che produce una sostanza tossica detta “acetaldeide” che viene riversata nel sangue e trasportata in tutto il corpo. Questa sostanza quando raggiunge il cervello incrementa il neurotrasmettitore GABA (acido gamma-amino-butirrico), conosciuto anche come neurotrasmettitore “inibitore”. Infatti, esso riduce l’eccitabilità neuronale conducendo ad un “rallentamento” degli impulsi elettrici. Un neurone può rilasciare uno o più neurotrasmettitori, ma ogni tipo di recettore risponde preferenzialmente ad un solo tipo di neurotrasmettitore (anche se diversi sub-tipi di recettori possono rispondere a diversi neurotrasmettitori). I neurotrasmettitori inibitori decrementano la risposta dei successivi neuroni ad altri stimoli, mentre quelli eccitatori ne aumentano la risposta. La lentezza di movimento e di pensiero presente quando si è “ubriachi” è dovuto proprio al comportamento dei recettori GABA (il sub-tipo GABAA) in risposta all’omonimo neurotrasmettitore.
Glicina
Un altro neurotrasmettitore inibitorio è la glicina che agisce per lo più nella spina dorsale e nel tronco encefalico. È stato dimostrato che l’alcol aumenta la funzione dei recettori per la glicina, suggerendo una spiegazione alla lentezza e alla coordinazione dei movimenti quando si è sotto l’effetto causato dal binge-drinking.
Adenosina
L’alcol aumenta l’attività dei neuromodulatori inibitori come l’adenosina. Ciò condurrebbe ad un aumento della neurotrasmissione inibitoria. Il sistema dell’adenosina potrebbe essere sia inibito che stimolato: nel primo caso conduce ad un effetto stimolante, nel secondo induce sedazione. Un esempio lampante in questo caso è la caffeina che inibisce il sistema dell’adenosina.
L’effetto sedativo dell’alcol è anche dovuto ad un’altra interazione. Nel cervelletto sono presenti le cellule di Purkinje, ovvero neuroni che utilizzano il neurotrasmettitore GABA. Come abbiamo visto, l’alcol aumenta l’attività dei recettori GABAA, che in questo caso inibirebbero i movimenti, in quanto dalla letteratura si evince il coinvolgimento del cervelletto nei “motor pathways”. Ecco spiegato il motivo delle nostre cadute!
Glutammato
L’alcol modula anche il glutammato, neurotrasmettitore eccitatorio. In che modo? Inibendolo, cioè bloccando la sua attività in alcune parti del cervello come la corteccia prefrontale la quale sottende il controllo dei comportamenti (tramite le funzioni esecutive). Quando siamo ubriachi, infatti, il nostro comportamento diventa disinibito. L’ipotesi della disinibizione postula l’effetto dell’alcool sulla corteccia cerebrale. Essa, infatti, controlla gli impulsi dalle altre regione del cervello, come ad ed esempio il sistema limbico. In questo circuito sono presenti l’ipotalamo, l’ippocampo e l’amigdala. Il primo fa a capo ad alcune funzioni vegetative, esigenze fisiologiche e comportamenti “istintivi”, l’ippocampo sottende alla memoria e l’amigdala gestisce in particolare la paura. Il sistema limbico dunque regola l’aspetto emotivo delle situazioni, filtra gli stimoli esterni, modula la motivazione, controlla l’appetito e il ciclo del sonno, processa direttamente gli stimoli olfattivi e modula la libido. Se alterato, le conseguenze potrebbero essere modificazioni ai comportamenti appena citati, come una esagerata risposta emotiva o l’assenza di sonno (nel breve termine infatti, se siamo ubriachi possiamo stare svegli di più), o al contrario un sonno prolungato.
Il ruolo della dopamina
Da dove arriva tutta l’euforia che sentiamo quando siamo ubriachi? L’alcol agisce anche sulla dopamina, neurotrasmettitore coinvolto nei circuiti di gratificazione e motivazione. L’etanolo permette l’incrementato del “firing” dei neuroni dopaminergici, ovvero la loro attività. La dopamina è uno dei neurotrasmettitori della “felicità” e l’alcol ne aumenta la sintetizzazione a livello sinaptico. Quando la dopamina ha un’ingente presenza nella sinapsi, produce “iperattività” ed euforia.
Conclusioni
Dopo essere stato metabolizzato l’alcol influenza principalmente il cervello che a cascata influenza il corpo ed il comportamento. Ulteriori ricerche sono ancora da svolgere per capire profondamente tutti i meccanismi dell’alcol sul comportamento.
Sull’autrice
Ciao sono Sara Coppi, laurenada in Cognitive Neuroscience and Clinical Neuropsychology presso l’Univeristà di Padova. Mi sono appassionata in un primo momento alla Psicologia e quindi al comportamento umano nelle diverse sfaccettature della vita. Dopodichè ho scoperto il “mondo delle neuroscieze cognitive” che mi ha assorbito completamente. Quello che trovo più affascinante del cervello è come, da esso, derivano tutti i nostri pensieri e comportamenti! Quello che mi piace, inoltre, è camminare nella natura, viaggiare e leggere poesie!