Articolo a cura di Laura Fasano, tecno-blogger
Nell’ultimo periodo sentiamo sempre più parlare di intelligenza artificiale (IA). Essendo un argomento piuttosto tecnico e non ancora totalmente definito, spesso risulta difficile comprenderlo a fondo.
Indice
Di cosa si tratta?
A che punto siamo arrivati realmente?
Le macchine possono davvero provare emozioni?
Le tecnologie con IA continuano ad aumentare e accrescere la loro complessità e le possibilità di applicazione. Per capire meglio… con Intelligenza Artificiale si intende l’abilità di un computer di svolgere funzioni e ragionamenti tipici della mente umana.
Gli algoritmi di apprendimento sono ciò che permette a queste macchine di imparare, in seguito ad un lungo processo di addestramento, comportamenti e funzionalità sempre nuovi dall’interazione con l’ambiente esterno. L’idea di fondo è quella di simulare il cervello umano creando delle piccole unità di calcolo (simili ai neuroni) collegate da “sinapsi” digitali attraverso cui scorrono gli impulsi.
L’IA si occupa quindi di sviluppare agenti intelligenti in grado di fare ragionamenti, pianificare, apprendere, percepire, comunicare e manipolare oggetti. Capaci di esprimere e riconoscere le emo\zioni umane.
Proprio su quest’ultimo aspetto si concentra l’Affective Computing.
Si tratta di un ramo della Human Computer Interaction che si occupa di creare “macchine affettive” in grado di considerare le reazioni dell’utente interagendo con esso proprio basandosi sul suo stato emotivo. Questo significa che i computer tenderanno ad essere sempre più personalizzabili a seconda degli utenti e sempre più flessibili in base ai contesti in cui vengono utilizzati.
I computer emotivi… come li immaginiamo oggi
Con tutti gli impressionanti progressi tecnologici a cui assistiamo ogni giorno, può essere facile lasciarsi trasportare dall’immaginazione riguardo l’avvento di scenari fantascientifici. E di certo i film che vediamo non ci aiutano a rimanere con i piedi per terra.
Spesso sentiamo parlare del giorno in cui le macchine prenderanno il sopravvento sugli esseri umani, rendendoli schiavi ed annullando tutte le loro abilità e facoltà mentali.
Ci immaginiamo dei robot con coscienza propria, in grado di essere autonomi, prendere decisioni e provare emozioni. I computer sostituiranno totalmente il lavoro dell’uomo, come se potessero imparare qualsiasi tipo di disciplina o mestiere senza riserve. E soprattutto… pensiamo che questi cambiamenti avverranno così velocemente da non permetterci di rendercene conto.
Niente di più sbagliato!
Anche se così potrebbe sembrare, i grandi cambiamenti non si verificano mai in modo violento ed improvviso. Il progresso avviene più spesso in “piccoli passi”. Lo scenario a cui si sta realmente puntando è quello in cui le macchine collaborano, compensano ed arricchiscono la creatività, l’empatia e l’intelligenza emotiva umana.
I computer emotivi… come sono in realtà oggi
Vi presento il Robot Nao, lettore ed esperto di emozioni!
Al conservatorio Bellini di Palermo si è tenuto un concerto molto particolare. Al posto del direttore d’orchestra, i musicisti sono stati guidati dal robottino, il quale sceglieva le musiche da proporre agli spettatori proprio leggendo ed interpretando le loro emozioni.
“Incredibile!” direte voi… e certamente si tratta di una novità affascinante.
Ma come ha fatto davvero questo piccolo robot a riconoscere gli stati emotivi degli spettatori?
Si è servito di un’applicazione apposita (elaborata da Robotics Lab), sulla quale era possibile indicare i propri stati emotivi in risposta ai pezzi musicali proposti. Pulsante giallo per la felicità, rosso per la rabbia, blu per la tristezza e verde per la serenità. Le scelte venivano immediatamente elaborate da Nao, che poteva a questo punto indicare ai musicisti di eseguire una composizione in linea con la maggioranza delle emozioni del pubblico.
“Ma come! Non ha letto nel pensiero di quelle persone?”
Non ancora, purtroppo (o per fortuna).
Un’altra applicazione dell’Intelligenza Artificiale è Eq-Radio, presentata proprio lo scorso ottobre. Si tratta di un dispositivo che riesce ad analizzare le pulsazioni ed il respiro leggendo le onde emesse dai nostri Wi-Fi inferendo attraverso questi dati lo stato emotivo delle persone. Questa tecnologia sarebbe in grado di riconoscere diversi stati emotivi con una precisione dell’87%, in tempo reale e soprattutto senza dover applicare nessun fastidioso sensore sul corpo.
Riuscite ad immaginarvi le sue potenzialità?
In futuro questi dispositivi saranno in grado di modificare clima, illuminazione, musica ed in generale le condizioni della nostra casa in base al nostro umore. Potrebbero anche essere utili per diagnosticare e monitorare condizioni come depressione ed ansia.
Beh, ecco a che punto siamo davvero oggi. Nessuna lettura dei sentimenti, nessun controllo mentale e soprattutto… nessun “Terminator” pronto a conquistare il mondo.
…per ora! 😜
Sull’autrice
Laura Fasano, studentessa di Psicologia per il Benessere appassionata di Nuove Tecnologie. Coltiva queste due grandi passioni, con la prospettiva di farle diventare la sua professione. Aiuta le persone a comprendere il progresso tecnologico e i cambiamenti che comporta, per valorizzarne le potenzialità ed affrontarne al meglio rischi ed aspetti negativi. Laura cura un blog, Benessere Tecnologico, in cui parla proprio di Psicologia del Benessere e Nuove Tecnologie. Puoi seguirla anche su Facebook.