La valutazione neuropsicologica mira a fornire un quadro completo di un paziente, che sia un bambino, un adulto o un anziano, dando informazioni sul suo funzionamento cognitivo (attenzione, memoria, linguaggio, capacità di programmare azioni complesse, ecc…), sul comportamento e, individuando le aree di forza e di debolezza, anche sul suo potenziale riabilitativo.
La valutazione neuropsicologica può avere quindi obiettivi molteplici:
- di tipo diagnostico, ad esempio nel sospetto di un deterioramento cognitivo o in caso di traumi cranici lievi, in cui l’unico elemento a disposizione del medico per la diagnosi è proprio la valutazione neuropsicologica. In queste situazioni gli esami neuroradiologici (TAC, RMN) possono essere negativi ed è appunto la valutazione neuropsicologica a fornire informazioni essenziali per la diagnosi. Nell’età evolutiva invece può permettere la diagnosi dei disturbi dell’apprendimento o di un ritardo mentale;
- finalità di tipo prognostico, in quanto può fornire indicazioni sull’esito di alcune patologie come i traumi cranici. Una corretta valutazione neuropsicologica del paziente traumatizzato cranico infatti, permette di predire l’entità di eventuali deficit permanenti;
- pianificazione dell’assistenza e degli interventi. Molti pazienti sono inviati per ottenere informazioni dettagliate sullo stato cognitivo, spesso con domande relative al loro adattamento alle invalidità cosicchè, le persone responsabili del suo benessere, possano sapere come la condizione neurologica abbia influenzato il loro comportamento. Nella maggior parte dei casi l’esame neuropsicologico può dare risposta a domande che concernono la capacità di autogestirsi, l’attendibilità nel seguire un regime terapeutico, la capacità di guidare un’auto, di comprendere il valore del denaro. L’esaminatore dovrebbe avere una comprensione realistica di come il paziente reagisce ai deficit e può compensarli al meglio e della possibilità di intraprendere con profitto la rieducazione;
- programmare e indirizzare un progetto riabilitativo mirato a ripristinare o sostituire le funzioni deficitarie, individuando contemporaneamente le abilità residue. L’indagine neuropsicologa permette di individuare le abilità su cui concentrare la riabilitazione, valutare nel tempo gli eventuali progressi, modificando eventualmente gli obiettivi dell’intervento ed infine permette di valutarne l’efficacia;
- finalità legale-assicurativa. La valutazione neuropsicologica può essere richiesta in sede peritale per verificare se i disturbi cognitivi siano residuati o meno in seguito, ad esempio, ad un trauma cranico conseguente ad un incidente stradale o sul lavoro, può essere richiesta in un processo di interdizione in presenza di un deterioramento cognitivo, per valutare il grado di invalidità di un paziente o, ancora, per capire se il danno cerebrale abbia contribuito a determinare un atto criminale.
Francesca Pisacreta, psicologa