Ognuno di noi avrà sperimentato gli effetti negativi di una notte insonne passata a letto nella speranza di riuscire finalmente ad addormentarsi. Ma quanti di voi sanno davvero cosa accade alle nostre capacità cognitive? Il giorno dopo, quando ci ritroviamo a lavoro, in università o in compagnia di un amico, riusciamo ad essere smart come sempre?
Un gruppo di ricercatori dell’Università La Sapienza di Roma e dell’Università dell’Aquila ha voluto studiare, in un campione di giovani studenti universitari, gli effetti di una notte di totale privazione di sonno, in termini di flessibilità cognitiva.
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L’attenzione ne risente
Lo svolgimento delle nostre attività quotidiane dipende, in larga misura, dalla nostra capacità di passare velocemente da un’azione all’altra: innumerevoli volte ci capita, infatti, di dover interrompere un compito che stavamo eseguendo per dedicarci ad un’altra attività. Pensiamo ad esempio ad una situazione in cui, mentre stiamo sfogliando un libro, ci imbattiamo in un capitolo particolarmente interessante e decidiamo di leggerlo con attenzione. In questo, come in moltissimi altri casi, abbiamo intenzionalmente deciso di sospendere l’operazione ‘sfogliare il libro’ per eseguire l’operazione ‘leggere con attenzione’. Immaginiamo che dopo pochi minuti improvvisamente squilli il telefono: interromperemo la nostra lettura per rispondere alla chiamata.
Questo esempio mostra come la nostra attenzione sia spesso distolta da un compito per agganciarsi ad una diversa attività. Con l’aumentare della complessità dei singoli compiti, occorrerà una maggiore funzionalità ed efficacia della nostra capacità di adattamento alle esigenze ambientali.
Cosa è stato scoperto
I risultati della ricerca svolta dagli psicologi hanno mostrato gli effetti negativi causati da una notte di deprivazione totale di sonno sulla capacità di passare efficacemente da un compito ad un altro: gli studenti che non avevano dormito mostravano tempi di reazione più lenti e una scarsa accuratezza nello svolgimento di compiti cognitivi deputati all’indagine delle capacità di flessibilità cognitiva. A tali studenti, la notte successiva veniva data la possibilità di recuperare la notte insonne: ebbene, la mattina seguente presentavano ottime performance cognitive, dimostrando di avere recuperato completamente.
Questo studio ci consente di comprendere l’importanza di una notte di sonno regolare ed i suoi benefici effetti sulle nostre attività quotidiane, soprattutto sulla capacità di prendere decisioni e di modulare il proprio comportamento sulla base delle esigenze ambientali.
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Articolo a cura di Simone Migliore, PhD
Sull’autore
Simone Migliore è psicologo e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale con una formazione specifica in Neuropsicologia e Psicodiagnostica. I suoi principali campi di intervento sono la valutazione e riabilitazione dei disturbi cognitivi sia nell’adulto che nel bambino, nonché la valutazione ed il trattamento delle principali sintomatologie psichiatriche (attacchi di panico, disturbo ossessivo-compulsivo, depressione, disturbi di personalità). Si occupa, inoltre, di valutazione e trattamento di dolore cronico (ad es: cefalea di tipo tensivo, emicrania..) attraverso l’utilizzo del Biofeedback. Se vuoi conoscerlo meglio, visita il suo sito web.